6 - 10 settembre 2006
 
 
 
 
 
 
Video Killed The Radio Star?
I trent´anni del videoclip - a cura di Enzo Gentile

Quando una canzonetta tutto sommato semplice e innocua come quella dei Buggles planò sul mercato con un effetto dirompente, molti iniziarono a capire che dietro quello slogan si nascondevano i segni di un cambiamento epocale. "Video Killed The Radio Star" arrivò in testa alle classifiche anche in Italia, avviando soprattutto un prepotente fenomeno di costume.

Era l´inverno 1980, l´alba di un nuovo decennio. La stagione dei videoclip viveva le sue prime affermazioni e il potere via via crescente del piccolo schermo sembrava destinato a schiacciare, limitare il ruolo delle radio: un mezzo che appena pochi anni prima, con l´esplosione in FM, aveva indicato a molti giovani la direzione di una nuova strada per i consumi e la diffusione della musica.

La crescita, la spinta propulsiva della cultura del video-clip conta su trent´anni di storia, almeno nella sua versione più strutturata e compiuta, grazie al ponte lanciato ufficialmente tra i diversi linguaggi.

Per una forma di convenzione, unanimemente accettata anche per questioni di comodità, si rimanda ai Queen e alla loro "Bohemian Rapsody" l´abbrivio di un movimento da allora manifestatosi con forza e numeri sempre più significativi sul fronte anglo-americano, tanto per iniziare, e poi con un´offerta a macchia d´olio che coinvolgerà anche gli appassionati italiani.

Ma per alcuni studiosi, per coloro che ne hanno affrontato le dinamiche con una lettura scientifica, dietro questa rivoluzione di stile si cela una vicenda ben più complessa e frastagliata, e quella dei Queen viene rivelata quale simpatica leggenda metropolitana.
Sì, perché gli antenati del moderno, contemporaneo videoclip ci permettono di tornare indietro di molti decenni, per una risalita alla fonte che ci porta a mondi lontanissimi: dal punto di vista del calendario, ma anche della filosofia e delle congiunzioni ideali della musica associata alle immagini.

Per confutare le tesi più semplicistiche e sovvertire le ricostruzioni che vedono Freddy Mercury e compagni nel ruolo dei veri pionieri
esistono fior di saggi, come quello da cui è partita la ricerca del
prof. Domenico Liggeri, che annuncia per il prossimo gennaio 2007 la pubblicazione da Bompiani di un robusto volume: che
consentirà di andare alle radici, ´scomodando´ quelli che considera i padri spirituali della videomusica, Wagner e Kandinsky su tutti.

La rassegna, la striscia quotidiana ospitata all´interno del "Festival dei Saperi" di Pavia vuole fornire una vetrina su quanto è accaduto prima, durante e dopo nel campo della videomusica, sulle diverse anime che hanno attraversato quell´arte, diventata pane corrente soprattutto con l´avvento di Mtv che proprio in queste settimane ha compiuto venticinque anni.

I modi della comunicazione, la tipologia dei segni nella pubblicità, nella grammatica televisiva, in quella cinematografica, nella stessa fattura di trasmissioni e sigle, sono stati prima influenzati, poi ribaltati dalla pressione emotiva, dalla temperatura particolare, dal montaggio, dalla confluenza di suoni, mode e visioni che hanno determinato in questi anni l´impatto trasversale dei clip musicali.

Una decina di ore abbondanti, di proposte, a toccare diversi ambiti, per raccontare i risvolti e la produzione dei personaggi più noti, ma anche per rintracciare i semi e le vibrazioni del Big Bang da cui tutto sarebbe scaturito.

Ed ecco allora quegli esempi, illuminanti, che partendo da alcune sperimentazioni per il cinema - dove per primi, all´epoca del muto, ci si pose il problema di accompagnare, di dare, con il sonoro, una compagna naturale alle immagini - dimostrano come il corso della storia abbia effettivamente suggerito un mezzo d´espressione totalmente nuovo, originale e in grado di alimentarsi autonomamente.

Oggi i videoclip costituiscono una sorta di esperanto, fanno parte di una verità relazionale in grado di raccontare il presente, ben più profonda e consistente dei tre minuti di durata, oltre l´apparenza: ad essi si sono dedicati e cimentati registi di alto profilo, hanno aderito celebri attori e varie professionalità del cinema, molti clip sono ospitati nei musei d´arte contemporanea di mezzo mondo.

Qui proviamo a stimolare la memoria e la curiosità, un percorso mutante per dare conto di un universo attraverso cui guardare, per intercettare il presente e non solo.

Buona visione.
Enzo Gentile





Breve introduzione alle giornate di Pavia:



Giovedì 7 settembre

Come eravamo - Dai primi tentativi per fornire un suono alle immagini incerte, malferme del cinema muto, alle soluzioni più credibili e ben congegnate che entrano di diritto nei film di Hollywood, con la musica e i suoi interpreti ad arricchire, a implementare il messaggio visivo. Rare e preziose tracce con Bessie Smith, Duke Ellington, Cab Calloway e Louis Armstrong con Betty Boop e molti altri, fino agli esempi dei cosiddetti ´Soundie´, clip Usa degli anni ´40 utilizzati per la prima forma di video-jukebox.
A seguire una sequenza centrata sui protagonisti della musica leggera italiana che per alcuni anni, fino alla metà dei Sessanta, provarono a proporsi quali antesignani dei futuri videoclip: i maggiori successi, i tormentoni estivi dalle voci e dai volti di Edoardo Vianello, Peppino Di Capri, Giorgio Gaber, Gino Paoli,
Mina, Adriano Celentano, Domenico Modugno e tanti altri.





Venerdì 8 settembre

Alla metà degli anni Sessanta, su numerosi mercati si registra una brillantissima fioritura di clip musicali che nei rispettivi paesi contribuiscono in maniera decisiva alla notorietà degli artisti, al successo internazionale dei loro brani. La parte del leone in questa selezione è riservata alla Francia, con autentiche icone della canzone come Brigitte Bardot, Sylvie Vartan, Johnny Hallyday, Dalida, Adamo, Antoine, Nino Ferrer, fino al grande Jacques Brel.
Altri clip battono bandiera spagnola, tedesca, ma soprattutto anglo-americana: nel ventaglio di questa serie che conta su una trentina di clip, ecco comparire le firme prestigiose di Procol Harum, Herb Alpert, Nancy Sinatra, Bobby Rydell e altri, fino ad abbracciare figure come Bob Dylan, Kinks, Bee Gees, Black Sabbath, arrivando fino alla scadenza fatidica di "Bohemian Rhapsody".






Sabato 9 settembre

La notte bianca offrirà agli appassionati di rock e dintorni una densa e suggestiva panoramica sugli artisti che negli anni Ottanta più di tutti gli altri si sono resi ´responsabili´ e garanti del video-clip come emergente mezzo d´espressione: Madonna, Bruce Springsteen e Prince hanno ´sdoganato´ definitivamente un linguaggio, passato così da mero sistema promozionale a un modo narrativo adulto, un valore aggiunto per la loro carriera.

Una cinquantina di clip in totale, per coprire la prima parte della attività di quei ´magnifici tre´, contrassegnata da hit indimenticati, da canzoni entrate per sempre nell´immaginario collettivo: la dance, il rock, la black music ai livelli più elevati.




Domenica 10 settembre

Una parentesi corposa, sostanziosa riservata alla realtà italiana, per coprire fino ad alcuni qualificati esempi e arrivare ai giorni nostri, sottolineando come la produzione indipendente e alternativa, un impegno autorale, abbiano contribuito a crescere un´intera generazione di musicisti e video-maker.
In collaborazione con il Premio Videoclip Italiano, che dal 1999 si propone di premiare lavori che hanno saputo sposare la creatività all´esigenza di budget bassi e bassissimi, ecco un collage delle opere più meritevoli e più singolari.
In parallelo è anche prevista la proiezione di altri videoclip ´made in Italy´ legati alla carriera di un artista che contiamo di avere ospite per una conversazione in pubblico, nel pomeriggio.