BIOTECNOLOGIE e CIBO

 

Cosa vuol dire organismo geneticamente modificato o transgenico?

La salute e i cibi transgenici

 Gli OMG sul mercato

Le preoccupazioni

 

Cosa vuol dire organismo geneticamente modificato o transgenico?

 

Un organismo geneticamente modificato è un organismo in cui si è introdotta una nuova funzione o si è modificata la capacità di utilizzare un suo gene mediante l’introduzione di frammenti di DNA estranei.

Quindi un cibo transgenico è un cibo ottenuto da una pianta geneticamente modificata grazie all’introduzione di questi nuovi geni.

Lo scopo di queste tecnologie è aumentare la produzione di piante da coltivazione.

Sebbene negli USA questi alimenti siano presenti da alcuni anni, in Europa c’è ancora una certa diffidenza.

 

La salute e i cibi transgenici

 

Un cibo transgenico può essere pericoloso per la nostra salute, in quanto la modificazione genetica potrebbe dare al cibo caratteristiche che non gli appartengono.

Ad esempio, per individuare un frutto transgenico, bisogna appurare che:

·       Il frutto non sia tossico

·       Il frutto non provochi più allergie del frutto naturale

·       Il frutto non contenga più “sostanze antinutrizionali” del frutto naturale

 

La produzione di OMG è sempre più in crescita a causa dei forti interessi economici; essi saranno “i cibi del futuro” perché permettono di coltivare luoghi fino a questo momento inospitali, aumentare la quantità di raccolto grazie a piante più resistenti, ridurre le perdite agricole, provocate da attacchi di insetti e parassiti, produrre bestiame da carne più sano, robusto e rapido nella crescita. 

Tuttavia, prima che i cibi vengano immessi  sul mercato, devono superare alcuni test, come per esempio quello che misura  il valore nutritivo o quello che valuta la pericolosità  dei geni di resistenza agli antibiotici contenuti nel cibo.

Ci sono authorities nazionali ed internazionali che definiscono i criteri di sicurezza dei cibi che mangiamo, che esaminano i nuovi cibi e danno il permesso alla commercializzazione.

In Italia il responsabile della sicurezza dei cibi è il Ministero della Sanità; chi vuole produrre o importare in Italia un cibo transgenico, deve fare una notifica al Ministero e attendere che questa sia conforme alle norme vigenti.

In seguito una Commissione Interministeriale conferma se il prodotto può essere considerato sicuro per la salute oppure no. Se il prodotto è ritenuto non sicuro il permesso di produzione e importazione è negato. Se, invece, è considerato sicuro la notifica passa all’Unione Europea. In questo caso tutti i paesi membri dell’Unione devono essere d’accordo per la messa in commercio del prodotto contenente gli OMG. Se invece qualche paese solleva delle obiezioni, interviene la Commissione Europea che, attraverso le Commissioni Scientifiche, esamina il problema e dà una risposta, positiva o negativa, alla commercializzazione.

 

 

Gli OMG sul mercato

 

Come riconoscerli

Da un po’ di tempo a questa parte, la presenza, in un prodotto, di alimenti o ingredienti alimentari contenenti più dell’1% di OMG viene segnalata tramite l’etichettatura obbligatoria, vale a dire una piccola scritta che indica la presenza o meno di organismi geneticamente modificati.

 

La produzione nel mondo

Nel giro di pochi anni gli Stati Uniti sono diventati i leader mondiali nell’esportazione di piante geneticamente modificate, controllando i tre quarti della loro produzione. Secondo i dati dell’Isaa, istituto canadese specializzato nel mercato del cibo transgenico, la quota degli Usa in questo settore è del 72%. Il resto della produzione è divisa tra Argentina (17%), Canada (10%) e Cina (1%).

 

 

Le preoccupazioni

 

Queste innovazioni hanno suscitato allarmismi in ogni paese; in Italia c’è una scarsa inclinazione a queste sperimentazioni, infatti il governo ne ha sospese alcune che dovevano essere eseguite ed ha anche bloccato l’importazione di quattro tipi di mais; mentre non ha posto limiti al commercio di mangimi che potrebbero contenere farina di soia o di mais transgenica, che già da alcuni anni viene coltivata in America.

Le associazioni dei consumatori hanno scatenato parecchie polemiche, poiché i geni che sono introdotti in questi cibi non sono sempre tollerati dall’organismo, e spesso provocano allergie.

 

 

Bibliografia:

www.karion.it

www.espresso.it

 www.larepubblica.it

“Viver sani e belli” anno 10 5 gennaio 2001

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