BIOTECNOLOGIE  

 

 

a cura di Bovo Mattia e Monni Alberto        02/02/2001

 

 

Si tratta di metodi e procedure che utilizzano organismi viventi in vari processi industriali, nonché nella produzione di farmaci e altri composti chimici. A partire dagli anni Settanta il termine "biotecnologie" è divenuto parte del vocabolario comune, in coincidenza con lo sviluppo dell'ingegneria genetica[LT1] . Gran parte delle moderne biotecnologie fa uso di organismi alterati geneticamente, che funzionano più efficacemente o in modo diverso dall'organismo originario.

Origini delle biotecnologie

Biotecnologie con i microrganismi

La prevenzione delle malattie infettive

Applicazioni ambientali

Vegetali biotecnologici

Biotecnologie negli animali

Ingenieria genetica:

Vantaggi

Bibliografia

 

Origini delle biotecnologie

Tra gli esempi più antichi di ciò che oggi chiamiamo biotecnologie vi sono la produzione di birra, vino e altre bevande alcoliche. Molte civiltà del passato scoprirono che le sostanze zuccherose e ricche di amido talvolta si modificano spontaneamente, generando alcol. Il processo alla base di questi fenomeni venne successivamente chiamato fermentazione e nel XIX secolo il biochimico francese Louis Pasteur dimostrò che esso era determinato dalla presenza di specifici microrganismi.

Il lavoro di Pasteur non rivoluzionò soltanto le tecnologie di produzione della birra e del vino, ma servì anche come indicazione del fatto che altri composti chimici potevano essere prodotti con l'impiego dei microrganismi. Uno di questi composti è l'acetone, un solvente utilizzato per fabbricare un materiale esplosivo; durante la prima guerra mondiale fu dimostrato che l'acetone poteva essere prodotto con l'utilizzo del batterio Clostridium acetobutylicum.

 

Biotecnologie con i microrganismi

Oggi molti altri composti chimici vengono ottenuti per mezzo della fermentazione. Tra questi sono compresi l'acido ossalico, impiegato nei processi di stampa e di tintura, l'acido propenoico, utilizzato come intermedio nella produzione di alcune materie plastiche, l'acido lattico, aggiunto come acidificante ad alcuni alimenti, e le sostanze antigelo. I microrganismi producono, inoltre, molti tipi diversi di enzimi, che, essendo dei catalizzatori, permettono alle reazioni chimiche di procedere in condizioni molto più blande di quanto non avverrebbe, invece, in loro assenza. Le applicazioni vanno dalla rimozione delle macchie (da parte di enzimi aggiunti ai detergenti e in grado di demolire grassi e proteine) alla conversione dell'amido di mais in uno sciroppo ricco di fruttosio, usato per dolcificare bevande, biscotti e dolci.

Un altro episodio fondamentale che ha segnato l'emergere delle biotecnologie fu la produzione della penicillina dalla muffa Penicillium, ottenuta durante la seconda guerra mondiale da Howard Florey e dai suoi colleghi dell'università di Oxford. Il processo fu in seguito molto ampliato, così come il numero di microrganismi utilizzati per fabbricare la grande varietà di antibiotici in uso attualmente. Oggi le biotecnologie si trovano di fronte a una grande sfida, in quanto devono sviluppare nuovi antibiotici in grado di soppiantare quelli nei confronti dei quali i batteri patogeni sono divenuti resistenti.

I ricercatori che lavorano nel campo delle biotecnologie sono oggi in grado di "programmare" i batteri[LT2]  perché producano vari tipi di farmaci. L'insulina umana viene, ad esempio, impiegata nella terapia del diabete ed è prodotta da batteri in cui, per mezzo dell'ingegneria genetica, è stato introdotto il gene che codifica per tale ormone. Diversamente dall'insulina ottenuta da vacche e maiali, la molecola prodotta dai batteri ha il vantaggio di essere identica all'insulina secreta dal pancreas umano. Anche l'ormone della crescita umano viene prodotto da batteri che portano il gene umano corrispondente. Esso, peraltro, non comporta rischi di contaminazione con patogeni, quali i prioni che causano la malattia di Creutzfeldt-Jakob, un pericolo reale quando l'ormone veniva ottenuto da organismi umani. Altri farmaci prodotti da microrganismi alterati geneticamente comprendono l'interferone, utilizzato nel trattamento dell'epatite B e di certe forme di cancro, e l'eritropoietina, somministrata ai pazienti affetti da insufficienza renale, al fine di rimpiazzare i globuli rossi persi durante la dialisi.

 

La prevenzione delle malattie infettive

Le biotecnologie stanno rivoluzionando il modo in cui vengono pordotti i vaccini[LT3] . In questo settore, infatti, i ricercatori erano un tempo limitati a utilizzare versioni indebolite o uccise del microrganismo responsabile di una data malattia, mentre oggi possono trasformare microrganismi totalmente innocui in vaccini. Ciò implica introdurre in essi geni, estratti dai microrganismi patogeni e che codificano per un particolare tipo di antigene, che, a sua volta, induce l'organismo ricevente a produrre anticorpi protettivi. La tecnica facilita l'immunizzazione contro malattie per le quali finora non esistevano vaccini totalmente soddisfacenti e apre, inoltre, la strada alla produzione di vaccini che conferiscono simultaneamente protezione nei confronti di più organismi patogeni.

 

Applicazioni ambientali

Un'area delle biotecnologie in rapido sviluppo è quella che utilizza i microrganismi per degradare le sostanze inquinanti presenti nell'ambiente e in modo particolare nel suolo. Un approccio è basato sul fatto che in terreni contaminati (ad esempio, le aree precedentemente occupate da impianti industriali) spesso albergano microrganismi in grado di attaccare le sostanze chimiche, tossiche per gran parte degli altri organismi viventi. La crescita di tali microrganismi può a volte essere incrementata introducendo specifiche sostanze nutritive nell'aria o nel suolo, determinando, così, la degradazione degli inquinanti. Un'altra tecnica comporta l'introduzione di microrganismi scelti appositamente per la loro capacità di detossificazione. Un terzo approccio, infine, prevede la rimozione del suolo contaminato, la sua esposizione in condizioni controllate all'azione dei microrganismi degradatori e, quindi, il suo riposizionamento nel sito di origine.

In molti paesi i batteri sono usati per estrarre metalli come il ferro, lo zinco e l'uranio da giacimenti scarsamente accessibili o in cui il minerale di interesse non è puro. Le estrazioni minerarie che utilizzano queste tecnologie stanno diventando sempre più importanti, via via che i depositi di facile accesso e ricchi di minerali si stanno esaurendo.

 

Vegetali biotecnologici

Le biotecnologie che utilizzano le specie vegetali vogliono raggiungere lo stesso obiettivo di chi opera la più tradizionale riproduzione controllata delle piante: lo sviluppo di colture e specie dotate di vantaggi quali la resistenza ai parassiti e alla siccità, oppure un gusto più gradevole o una maggiore concentrazione di sostanze nutritive. Rispetto ai metodi convenzionali, tuttavia, le moderne tecnologie consentono di ottenere risultati più precisi e prevedibili, in quanto permettono di introdurre nel patrimonio genetico di una specie anche un singolo gene, mentre l'incrocio di una pianta con un'altra comporta necessariamente il trasferimento di un gran numero di geni oltre a quello di interesse.

Un risultato ottenuto recentemente è lo sviluppo di una varietà di mais resistente a un parassita, responsabile della distruzione del 7% del raccolto mondiale di questo cereale; la resistenza congenita è stata ottenuta incorporando nella pianta un gene, normalmente presente nel batterio del suolo Bacillus thuringiensis e in grado di "istruire" il mais a produrre una sostanza chimica tossica per molti parassiti.

Le biotecnologie hanno, inoltre, prodotto varietà vegetali resistenti nei confronti di alcune specie di virus e funghi, nonché di alcuni erbicidi utilizzati dagli agricoltori per controllare le infestanti. Anche le caratteristiche qualitative possono essere migliorate, ad esempio incrementando la concentrazione di certe proteine del grano per il processo di panificazione..

 

Biotecnologie negli animali

Le biotecnologie che fanno uso di specie animali devono il proprio sviluppo al fatto che questi organismi, sebbene siano più costosi di piante e microrganismi, producono le sostanze e i composti di interesse in modo più simile a quanto avviene nel corpo umano. Esattamente come i microrganismi e le specie vegetali, anche gli animali possono essere alterati geneticamente introducendo nuovi geni a livello embrionale. In questo modo il gene che codifica per l'alfa-1 antitripsina, utilizzata nella terapia dell'enfisema, è stato, ad esempio, introdotto nel DNA delle pecore, riprogrammando questi animali a secernere tale molecola nel latte. Lo stesso metodo è stato adottato per far produrre alle pecore il fattore IX di coagulazione del sangue, richiesto dalle persone che soffrono di emofilia. Altri geni estranei sono stati introdotti in mammiferi come pecore e maiali per potenziare la resistenza alle malattie, migliorare la qualità del mantello e incrementare il tasso di crescita di questi animali.

Le biotecnologie che fanno uso di animali sono state criticate da esponenti di numerose associazioni animaliste, i quali sostengono che alcuni esperimenti hanno avuto effetti negativi sugli animali. Gli scienziati che difendono questo tipo di sperimentazioni replicano a queste critiche, sostenendo che, per motivi sia etici che di sicurezza, gli animali utilizzati godono necessariamente di una salute migliore di quella di gran parte degli animali selvatici.

Considerazioni personali a riguardo

 Riguardo  questa rapidissima diffusione dell’utilizzo delle biotecnologie in ogni settore, si sono divisi i pensieri di tutta la popolazione mondiale.Molte persone (tra di loro numerosi scienziati) si preoccupano per la scarsa prevedibilità degli effetti che può provocare la liberazione nell'ambiente di organismi viventi alterati geneticamente. I geni di cui questi organismi sono portatori potrebbero, infatti, danneggiare altri organismi con cui eventualmente venissero in contatto. Secondi altri esperti, la precisione di gran lunga superiore che si ottiene con l'ingegneria genetica, rispetto a quella degli scambi genetici che avvengono in natura, sembra, tuttavia, ridurre anziché aumentare tali pericoli. Inoltre, le autorità competenti che in ciascuno stato regolano le biotecnologie dovrebbero commisurare molto accuratamente i rischi prima di autorizzare qualunque sperimentazione.

Per controbattere però a quest’ultima affermazione, basta prendere sotto esame un importante problema che sta tenendo da un po’ di mesi col fiato sospeso tutta Europa: il pericolo “mucca pazza”; pare infatti che questa malattia abbia fatto per la prima volta la sua comparsa in alcuni capi di bestiame in seguito all’utilizzo di farine animali  da parte degli allevatori; questi infatti avrebbero somministrato alle proprie bestie “vegetariane” queste cosiddette “farine infette”, che, contenendo resti di carcasse animali, avrebbero alterato tutti processi chimici e biologici all’interno degli sfortunati capi d’allevamento. Successivamente questa pericolosissima malattia ha fatto la sua comparsa anche in alcuni individui della specie umana, che hanno presentato le stesse reazioni riscontrate nei capi infetti. Se tra le due “varianti” della malattia esistesse uno stretto legame (causato come si pensa dalla ingestione di carne proveniente da bestie malate finite al macello), le ditte produttrici dei mangimi e gli enti sanitari locali di ogni nazione europea dovrebbero assumersi le proprie responsabilità, scontando  giuste pene per tutto quello che hanno provocato nella propria popolazione. Questo spiega come mai ogni scoperta scientifica ed ogni innovazione dovrebbe essere presa in considerazione molto prima di testarne le conseguenze sia su animali che, come nei casi più gravi, sulla specie umana; infatti dietro queste presunte scoperte, potrebbero nascondersi dei risvolti drammatici e di lunga durata per ogni singolo individuo.

INGENIERIA GENETICA

Insieme di tecniche utilizzate per modificare in modo predeterminato le caratteristiche ereditarie di un organismo, alterandone il materiale genetico. Tra i fini che si vogliono ottenere con queste procedure vi sono la sintesi da parte di microrganismi quali batteri e virus di specifici composti, che altrimenti verrebbero prodotti in quantità minori o non verrebbero prodotti del tutto. Con tecniche di ingegneria genetica si può anche indurre l'adattamento di una specie di microrganismi a condizioni di vita diverse da quelle selvatiche.

L'ingegneria genetica viene anche detta tecnologia del DNA ricombinante, poiché comporta la manipolazione dell'acido desossiribonucleico o DNA. Gli strumenti fondamentali per operare questo tipo di manipolazione sono i cosiddetti enzimi di restrizione, prodotti da varie specie di batteri; la loro azione consiste nel riconoscimento all'interno di una molecola di DNA di una sequenza specifica, sulla quale viene operato un taglio. In questo modo vengono generati frammenti di DNA, originari di specie diverse e contenenti geni o sequenze di particolare interesse, che possono essere uniti ad altre molecole di DNA tramite enzimi chiamati "ligasi". Pertanto, gli enzimi di restrizione e le ligasi permettono, con un procedimento di "taglia e incolla", di costruire molecole di DNA ricombinante; per ottenere la loro replicazione in multipla copia è necessario inserirli con il metodo enzimatico del "taglia e incolla" nei cosiddetti "vettori", pezzi di DNA in grado di autoreplicarsi molto rapidamente all'interno di una cellula ospite.

Il classico processo di produzione di una molecola ricombinante, costituita dal vettore e dal frammento di DNA in esso inserito, prende il nome di "clonazione[LT4] ". Da qualche anno è possibile ottenere questo stesso risultato con un nuovo metodo, chiamato reazione a catena della polimerasi (PCR[LT5] ), grazie al quale è possibile evitare il passaggio della clonazione del frammento di DNA in un vettore.

 

Vantaggi

 Le potenzialità offerte dalle tecniche di ingegneria genetica sono enormi. Ad esempio, il gene che codifica per l'insulina è presente in natura solo negli animali superiori. Oggi può, tuttavia, essere clonato in un vettore ed essere inserito insieme a esso in una cellula batterica. Dalla coltura dei batteri contenenti la molecola di DNA ricombinante si ottengono grandi quantità di insulina. Un'altra importante applicazione dell'ingegneria genetica è la produzione di una proteina coinvolta nei processi di coagulazione del sangue che è assente nelle persone affette da emofilia. La somministrazione agli emofiliaci della proteina ricombinante, prodotta con la clonazione nei batteri del gene che codifica per quella proteina, consente, infatti, di evitare di somministrare ai malati la proteina purificata dal sangue umano; quest'ultimo, infatti, nonostante i controlli più accurati, potrebbe comunque essere contaminato da microrganismi patologici e dunque trasmettere malattie infettive, quali ad esempio l’ AIDS o varie forme di epatite.

Le tecniche di ingegneria genetica vengono anche utilizzate dai ricercatori del settore agroalimentare, ad esempio per aumentare la resistenza di specie vegetali alle malattie o per modificare il patrimonio genetico del bestiame, ad esempio al fine di incrementare la produzione di latte; l'industria farmaceutica utilizza questi metodi per generare vaccini ricombinanti o per cercare di fare produrre a razze bovine selezionate alcuni tipi di farmaci insieme al latte materno.

Bibliografia

Enciclopedia multimediale Encarta ‘98

G: Audesirk, T. Audesirk, Biologia, La vita sulla Terra, Einaudi Scuola

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Ingenieria genetica = scienza che modifica il DNA

 

Batteri = microrganismo unicellulare che interviene in varie fermentazioni e malattie

Vaccino = ogni sostanza generalmente di natura microbica che, iniettata in un organismo, umano o animale, provoca uno stato di immunità

Clonazione = tecnologia che amplifica il gene nella biblioteca genomica

PCR = tecnologia utilizzata per fare copie di segmenti specifici di DNA