La sensazionale notizia comparsa sull’edizione
tedesca del “Financial Times” è stata confermata dai portavoce ufficiali:
l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO di Monaco) ha rilasciato un brevetto circa
la manipolazione genetica di embrioni[LT1] umani. Il brevetto numero EP 695351 autorizza infatti l’estrazione di
cellule di embrioni per modificarne la struttura genetica e realizzare,
attraverso le manipolazioni[LT2], determinati organismi ed esseri. E oltre a non escludere
esplicitamente la possibilità di clonare esseri umani autorizza il prodotto
stesso della clonazione[LT3], ovvero la persona manipolata geneticamente: l’uomo creato in
laboratorio.
In contrapposizione all’immediata protesta si
schiera il portavoce Oterwalder, che definisce il brevetto un errore. La svista
circa la clonazione di cellule umane è dovuta a una forma errata: per non
violare le norme, la forma corretta avrebbe dovuto essere più specifica,
limitando il “campo d’azione” a cellule animali non umane.
A minimizzare il problema interviene il professor
Harry Griffin del Roslin Institute of Edinburgh, padre della celebre pecora Dolly[LT4], che ha ottenuto tre settimane fa il brevetto per la clonazione di
embrioni umani dalle autorità britanniche. Egli spiega a “La Repubblica” che lo
scopo degli studi della sua équipe è utilizzare la tecnica di clonazione come
strumento di ricerca per curare malattie contro le quali le medicine sono
impotenti. Alle domande sulla clonazione di esseri umani risponde che a
Edimburgo sono in corso tentativi sui maiali, ma la clonazione di un essere
umano, sebbene possibile, è ancora lontana e, a suo parere, nessuno se ne sta
occupando in questo momento: l’insicurezza che offre la tecnica, il rischio
altissimo di morte in gravidanza o poco dopo la nascita, di anomalie genetiche,
l’illegalità degli esperimenti e soprattutto l’inutilità dei risultati (“
Sarebbe insensato oltre che sbagliato creare la copia perfetta di un umano”)
dissuaderebbero chiunque dal provare. Tuttavia l’opinione del professor Griffin
sembra oggi essere smentita dalla notizia di sperimentazioni sull’uomo che hanno
portato alcuni ricercatori cinesi alla creazione di undici embrioni umani.
Nessuno sembra credere alla “tesi dell’errore”, ad
una disattenzione da parte dell’EPO di Monaco che ha di fatto autorizzato la
clonazione e la sperimantazione sull’embrione umano. Greepeace ha già annunciato il ricorso e in segno di
protesta il 22 febbraio alcuni attivisti dell’organizzazione ambientalista
hanno murato l’entrata dell’EPO. L’esperto di ingegneria genetica della sezione
tedesca di Greenpeace ha escluso l’ipotesi di un errore spiegando quanto siano
interessanti queste ricerche dal punto di vista economico. In un’intervista
rilasciata a “La Stampa” ricorda che già ci sono stati brevetti controversi in
passato e, sottolineando la casualità grazie a cui ha trovato il famigerato
brevetto, non esclude la possibilità che ve ne possano essere altri.
Nell’ambito legislativo, a differenza di USA e Giappone, la legge europea sui brevetti è molto precisa nel porre limiti di etica alla ricerca circa la tutela dell’organismo umano e della sua identità genetica, ponendo limiti marcati alla clonazione umana, alla modificazione genetica senza utilità medica sostanziale all’uso di embrioni per fini non terapeutici. Dallo scandalo circa questo brevetto risulta ormai evidente come la tecnologia della clonazione abbia ormai raggiunto una fase matura. Sembra ormai non più impossibile clonare qualsiasi essere vivente. Tocca ai politici decidere se queste biotecnologie possano o meno essere applicate all’uomo ed eventualmente in quali circostanze. Il Parlamento Europeo a Strasburgo si è già pronunciato contro qualsiasi clonazione umana e contro brevetti su tecniche di questo tipo di clonazione. Negli USA, malgrado la pubblica e radicale condanna del presidente Clinton, non c’è al momento nessuna legge che impedisca di applicare la clonazione all’uomo. E mentre Greenpeace si prepara alla battaglia, ci chiediamo: è questo il nostro futuro?
Alessandra Chimienti- classe IIIC Liceo Scientifico T.Taramelli-PV
BIBLIOGRAFIA
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A.
Tarquini, “In Europa fronte del no contro
la clonazione umana”; “La Repubblica”, mercoledì 23 febbraio 2000
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E:
Novazio, “Accoglieremo il ricorso contro
la clonazione”; “La Stampa”, mercoledì 23 febbraio 2000
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http://www.corriere.it/speciali/clonazione/html/clonazione.spm
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http://www.Repubblica.it/wwwl/cultura_scienze/clonuma/pecora/pecora.html
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http://www.Repubblica.it/quotidiano/repubblica/20000222/cronaca/15beby.html
·
http://quotidiano.net/art/2000/02/22/59306/
· http://it.news.yahoo.com/2000222/4/fxon.html
[LT1]Prodotto dello sviluppo dell’uovo fecondato da cui deriva, dopo un insieme di trasformazioni irreversibili, l’individuo adulto
[LT2]Si divide un embrione in più parti che si faranno poi sviluppare o moltiplicare all’infinito che rimangono indifferenziate.
[LT3]Processo mediante il quale si ottengono numerose copie dello stesso gene. Il termine è utilizzato anche per indicare la produzione di copie geneticamente identiche di una stessa cellula o di uno stesso organismo
[LT4]E’ il primo mammifero clonato della storia a partire da un individuo adulto. I ricercatori del Roselin Institute di Edimburgo hanno estratto il nucleo da una cellula mammaria di una pecora adulta e l’hanno trasferito in un ovulo privato del suo nucleo. Quest’ultimo è stato poi trapiantato nell’utero di una terza pecora che ha dato alla luce Dolly. Il vantaggio di clonare un animale adulto è dato dal fatto che si possono valutare le caratteristiche di partenza e decidere di riprodurre attraverso la clonazione.